Misure a sostegno della libera professione. Comunicazione del Consiglio Nazionale Ingegneri

Importante comunicazione di ieri del Consiglio Nazionale Ingegneri a seguito della lettera CNI dello scorso 11 marzo. Segnaliamo che ulteriori informazioni possono essere reperite sul sito ufficiale dell’Ordine nel quale sono pubblicate anche le Newsletter che quasi quotidianamente inviamo a tutti i colleghi.

Cari Colleghi,

in questo momento delicatissimo e difficile, determinato dal persistere dell’epidemia da Covid-19, vorremmo comunicarVi alcune misure assunte dal Governo e da Inarcassa a sostegno di chi esercita la libera professione.

Siamo coscienti che gli interventi sono di portata limitata e che rispondono solo in minima parte a quanto più volte, nei giorni scorsi, il CNI e la RPT hanno chiesto al Governo. Speriamo tuttavia che siano un primo passo per interventi di maggiore portata per i quali ci siamo già attivati presso il Governo.

Ieri pomeriggio si è svolta una riunione tra quasi tutte le professioni ordinistiche, (CUP e RPT ed altri) in video conferenza, nella quale abbiamo stigmatizzato il comportamento del Governo che non ha inteso, in questa pur importante fase, assumere i provvedimenti che avevamo trasmesso tempestivamente.

Stiamo preparando, quindi, insieme, le proposte necessarie per la tutela dei professionisti e per assicurare, prima possibile, la ripresa del Paese, per consentirci di superare questa crisi e riprendere le nostre attività, possibilmente in un’Italia migliore.

Non a caso stiamo elaborando un “MANIFESTO DELLE PROFESSIONI PER L’EMERGENZA”, nel quale inseriremo tutte le proposte di legge e normative per accelerare le procedure, semplificare l’attività amministrativa e avviare un coraggioso piano per le infrastrutture ed il miglioramento del patrimonio edilizio del Paese, senza trascurare anche la realizzazione di importanti iniziative per renderlo autonomo dal punto di vista della rete informatica e del cloud, atteso il rischio di difficoltà di funzionamento, che il notevole incremento dell’uso di internet – per effetto della crisi – potrebbe comportare, essendo i server allocati in altri paesi (USA in particolare).

Nel frattempo, in coordinamento con le altre professioni, presenteremo emendamenti al Decreto Cura Italia nella fase di conversione in legge.

Il Decreto Legge 17 marzo 2020Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19”, così detto Decreto Cura Italia è entrato in vigore il 18 marzo 2020.

Le norme di più immediata fruibilità riguardano la sospensione ed il rinvio di una serie di pagamenti in ambito fiscale e previdenziale. In particolare per i professionisti con compensi che nel 2019 non abbiano superato 2 milioni di euro (nessun limite per i versamenti IVA per i soggetti residenti o domiciliati fiscalmente nelle province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza:

Versamento dell’Iva annuale Posticipato al 31 maggio 2020. Il 31 maggio 2020 potrà essere pagato in un’unica soluzione o in 5 rate mensili di pari importo
Versamento mensile Iva Posticipato al 31 maggio 2020. Il 31 maggio 2020 potrà essere pagato in un’unica soluzione o in 5 rate mensili di pari importo
Versamento delle ritenute a titolo di acconto Posticipato al 31 maggio 2020. Il 31 maggio 2020 potrà essere pagato in un’unica soluzione o in 5 rate mensili di pari importo
Attività di liquidazione, di controllo, di accertamento, di riscossione e di contenzioso, da parte degli uffici dell’Agenzia delle Entrate Sospese fino al 31 maggio 2020
Possibilità di richiedere la disapplicazione della ritenuta di acconto Fino al 31 marzo 2020, i professionisti che hanno dichiarato nell’anno precedente compensi inferiori ai 400.000 e che non abbiano sostenuto spese, nel mese precedente per lavoro dipendente ed assimilato, possono richiedere, attraverso autocertificazione, la disapplicazione della ritenuta a titolo di acconto. La ritenuta andrà poi versata il 31 maggio 2020

Ulteriori misure previste dal Decreto Cura Italia potranno essere utilizzate dai professionisti. Di seguito l’elenco:

Muto prima casa per chi è in difficoltà Sospensione delle rate del mutuo sulla prima casa per chi è in difficoltà. La sospensione è prevista per le partite Iva che come conseguenza della crisi autocertifichino di aver perso, in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020, oltre il 33% del proprio fatturato rispetto all’ultimo trimestre 2019. La misura, che sarà in vigore per 9 mesi come estensione di quanto già prevede il Fondo Gasparrini, non prevede obbligo di presentare l’Isee
Accesso al Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, con gratuità dell’intervento per finanziamenti non superiori ad € 3.000 in 18 mesi Può essere richiesta una garanzia per eventuali prestiti da chiedere in banca. E’ la banca che si occupa di attivare la procedura presso il Fondo Garanzia PMI
Irrevocabilità delle aperture di credito accordate dagli intermediari finanziari fino al 30 settembre 2020 A chi ha un credito accordato da istituto finanziario, l’istituto non può chiedere un rientro del credito prima del 30 settembre 2020
Prestiti da restituire in un’unica soluzione Rinvio del pagamento, previa comunicazione (autocertificazione attestante la temporanea carenza di liquidità a causa del COVID-19) , fino al 30 settembre 2020 dei prestiti non rateali con scadenza prima del 30 settembre 2020;
Rimborso di finanziamenti rateali Rinvio dei pagamenti, previa comunicazione (autocertificazione attestante la temporanea carenza di liquidità a causa del COVID-19), fino al 30 settembre 2020 delle rate sui mutui e sui finanziamenti scadenti prima del 30 settembre 2020. I piani di rimborso delle rate sono dilazionati in modo da assicurare l’assenza di nuovi o maggiori oneri per entrambe le parti.
Cassa Integrazione per i dipendenti dello studio professionale I titolari di studi professionali con dipendenti potranno richiedere, per i dipendenti stessi, la Cassa Integrazione in deroga per un massimo di 9 settimane
Spese di sanificazione degli ambienti di lavoro Per gli esercenti la libera professione o l’attività d’impresa e riconosciuto un credito di imposta nella misura del 50% delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro sostenute e documentate fino ad un massimo di 20.000 euro

Anche Inarcassa, cui avevamo richiesto interventi molto più incisivi e importanti per la tutela degli iscritti, e che riproporremo, ha posticipato alcuni versamenti dei contributi previdenziali programmati nell’anno ed ha attivato misure a sostegno degli iscritti. Di seguito l’elenco delle misure:

Contributi minimi anno 2020 Nessuna sanzione per pagamenti su 1a e 2a rata effettuati entro il 31 dicembre 2020
Sospensione rateazione bimestrale SDD (rate 30/4 e 30/6). La riscossione sarà ripresa a partire dal 31/8/2020. Ultima rata 30/4/2021. Nessuna sanzione per ritardi fino al 30/4/2021.
Rateazione conguaglio 2018 SDD Slittamento 1a rata (31/3) al 31/7/2020 e ultima rata al 31/3/2021
Pagamenti ricompresi tra 1° marzo e il 30 giugno 2020 Sospesi tutti i pagamenti ricompresi tra il 1° marzo e il 30 giugno 2020 (rate di piani in corso, nuovi addebiti). La riscossione riprenderà a partire dal 31/7/2020. Si potrà pagare con i bollettini Mav già emessi entro la nuova scadenza senza interessi
Sospensioni delle azioni per il recupero di contributi non versati dagli iscritti Sono sospese fino al 31 dicembre 2020 le nuove azioni di riscossione coattiva su importi scaduti verso professionisti e società, fatte salve le procedure già avviate e affidate all’Agente di Riscossione o al recupero giudiziale, su cui Inarcassa non può intervenire.

Sono sospese fino al 31 dicembre 2020 le attività di accertamento massivo verso professionisti e Società

Certificato di regolarità contributiva anche per chi non è in regola con i versamenti presso Inarcassa Il certificato di regolarità contributiva viene rilasciato anche ai contribuenti (professionisti/società) che presentano debiti affidati ad AdER, per i quali è stato concesso dall’Agente di Riscossione un piano di rateazione regolarmente rispettato.
Sussidio una tantum per nucleo familiare agli iscritti e pensionati a seguito di positività a COVID-19, di uno o più componenti il nucleo (coniuge o figli aventi diritto alla pensione ai superstiti € 5.000 per decesso;

€ 3.000 per ricovero;

€ 1.500 per positività senza ricovero

Assistenza sanitaria:

Copertura da ricovero per COVID-19 Indennità giornaliera di 30 euro fino ad un massimo di 30 gg per gli iscritti in regola e per i pensionati in caso di ricovero per contrazione del coronavirus.

Finanziamenti a interessi zero Per gli iscritti di qualunque età Finanziamenti fino ad € 50.000 senza interessi, da restituire in 5 anni per tutti gli iscritti in regola con gli adempimenti. Come per i Prestiti d’onore Inarcassa si farà carico del 100% della quota interessi.

Nell’ augurare a tutti di riprendere al più presto e con serenità il nostro lavoro, vi inviamo un forte abbraccio.

Il Consigliere Segretario
Ing. Angelo Valsecchi  

Il Presidente
Ing. Armando Zambrano

Un commento

  1. Buongiorno, sono l’ing. Federico Gavagnin, iscritto all’Albo Ingegneri della Provincia di Venezia. Apprezzo e condivido l’impegno del CNI per il Manifesto della professioni sull’emergenza. Credo che da parte della nostra professione sia necessario, in questo momento in cui il concetto di “emergenza” viene concretamente vissuto quotidianamente da tutti i cittadini italiani , che lo stesso concetto venga percepito dalle istituzioni e dagli stessi cittadini anche in altri ambiti.
    Parlo ad esempio di :
    1) Emergenza sismica: il territorio italiano viene martoriato pressoché tutti gli anni da sismi che mettono in ginocchio intere province della Penisola; eppure, a distanza di 3 anni molti cittadini di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo ancora attendono i pareri di Soprintendenze o altri enti per la ristrutturazione della casa, e la burocrazia s’ingegna in tutti i modi per rallentare la ricostruzione.
    2) Emergenza idro-geologica: moltissimi territori sono ogni autunno alla mercé d’inodazioni di corsi d’acqua; eppure le opere di risanamento (casse d’espansione, argini) richiedono tempi biblici per l’approvazione, purtroppo con il concorso del veto di molte comunità di cittadini.
    3) Emergenza rifiuti: in tempi in cui tutti si riempiono la bocca di “economia circolare”, pochi si rendono conto che l’unico modo per attuarla è la costruzione d’impianti che fisicamente recuperino i rifiuti, producendo biometano dall’organico, plastica, carta e vetro riciclati, oppure energia; eppure, tra procedure sempre più astruse, tra Conferenze di Servizi a cui partecipano 37 enti, tra i mille pareri di Soprintendenze, amici dei musei e parrocchie, l’iter di approvazione può durare da 2 a 5 anni; anche in questo caso con il veto anacronistico di molti cittadini organizzati in comitati che nulla hanno a che fare con l’ambientalismo informato e responsabile.
    4) Emergenza idrica: conosciamo tutti le perdite della rete degli acquedotti, conosciamo lo stato in cui si trovano molti depuratori; è venuto il momento di risanare le infrastrutture e gli impianti del ciclo integrato dell’acqua; ma anche in questo ambito la legislazione, la burocrazia, la politica rallentano questi interventi necessari, con il risultato di bloccare tutto.
    5) Emergenza sanitaria: apparentemente non riguarda gli ingegneri, ma, interessandomi di disinfezione di acque sanitarie, mi vengono in mente i sorrisini di quegli imprenditori del settore turistico (solo per citare una categoria) che mi dicevano “siamo a posto”, quando non avevano implementato nemmeno la valutazione del rischio legionella delle loro strutture; il rischio biologico è una cosa seria, ma a parlarne in Italia si fa (si faceva, spero) la figura delle Cassandre.
    E’ la prima volta da decenni che il paese sperimenta la condizione di emergenza in maniera trasversale; molte altre emergenze, quelle che ho citato sono solo alcune, interessano solo alcuni territori, alcune categorie di cittadini, ma non sono meno importanti. Sarebbe ora che il paese (e mi riferisco non solo agli amministratori, ma anche e soprattutto ai cittadini comuni) capisse che le emergenze vanno risolte con l’intervento di tecnici esperti, e noi ingegneri dobbiamo essere in prima fila. Come in questo momento giustamente le professioni mediche ci indicano cosa va fatto, e noi dobbiamo ascoltarli, le professioni tecniche dovranno indicare la soluzione del problema rifiuti, terremoti, etc..
    E sarebbe ora che il paese riconoscesse che l’aspetto più importante di ogni opera è quello TECNICO, da cui dipende il futuro funzionamento e il raggiungimento dell’obiettivo; ora, se ci pensate, non è tanto importante “come” o “in quali tempi” viene fatta (e spesso nemmeno “se” verrà fatta), ma “da chi”, “a chi conviene”, e interessano più gli aspetti amministrativi, politici, giudiziari, mediatici, rispetto a quelli prettamente tecnici.
    Grazie di aver ospitato la mia opinione
    Ing. Federico Gavagnin

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